Ferrari sbarca in Piazza Affari dopo averlo fatto a Wall Street. La manifattura italiana nel mondo ha successo quando unisce bellezza a tecnologia, quando le imprese sanno unire tradizione e innovazione.
Negli Stati Uniti da alcuni anni è in corso il reshoring, il rientro in patria di certe attività manifatturiere. Dopo anni di delocalizzazione verso le economie emergenti alla ricerca di costi del lavoro più bassi, assistiamo a un’inversione di tendenza. In Italia il saldo tra chi lascia il paese e chi rientra è negativo, tuttavia diverse imprese che avevano delocalizzato in Cina, Vietnam, Romania tornano a produrre nella Penisola. Il reshoring italiano riguarda soprattutto le produzioni di qualità, in particolare la manifattura associata al made in Italy, e quelle complesse.
Chi ha clienti sofisticati ha compreso che la delocalizzazione abbassa i costi ma può essere dannosa, per la qualità e per l’immagine. D’altra parte le produzioni complesse – come l’automazione industriale, i sistemi per impianti, la meccanica di precisione – richiedono un mix di conoscenza, tecnologia e lavoro specializzato difficilmente replicabili nei paesi emergenti. Le imprese che fanno reshoring sono mediamente più aperte a cambiamento tecnologico, innovazione e nuovi modelli organizzativi e quelle che mostrano maggiore capacità di fare del rapporto col territorio un vantaggio competitivo.
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Marco Magnani – Il Sole 24 Ore 20.10.2015