Il numero dei giovani italiani di talento che scelgono di continuare il proprio percorso di studio e ricerca all’estero è in continuo aumento. La “fuga di cervelli” è fonte di grave perdita economica per il nostro paese. Dopo aver investito nella formazione di base dei giovani, perdiamo i migliori al momento del conseguimento della laurea o del dottorato, cioè quando l’investimento potrebbe iniziare a produrre frutti. Il fenomeno è particolarmente grave nel campo della ricerca scientifica.
Le università italiane imputano la propria scarsa attrattività alle limitate risorse economiche disponibili. Le risorse sono scarse ma parte del problema è utilizzarle con efficacia. Concentrare le risorse per trattenere i talenti formati in Italia, e cercare di attrarne qualcuno in più tra gli stranieri, può rivelarsi un investimento che si ripaga nel medio termine. Con possibilità di innescare nel lungo periodo un circolo virtuoso: perché la concentrazione di talento attrae altro talento.
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Marco Magnani – Il Sole 24 Ore 19.11.2015