La scelta condivisa di puntare a un’economia più verde può consentire di gestire meglio la tempistica dell’aggiustamento, minimizzando il grado d’incertezza e volatilità e aprendo nuove strade di crescita. Tuttavia, la transizione non sarebbe priva di difficoltà e le decisioni di politica monetaria rimarrebbero in ogni caso molto intricate. Se anche Parigi facilitasse un accordo per rallentare il global warming, la temperatura nelle Banche Centrali resterebbe alta
Articolo di Marco Magnani e Gilda Giordani per AffarInternazionali 30.11.2015
Le sempre più frequenti alluvioni mettono a nudo la fragilità del nostro territorio e denunciano decenni di uso dissennato e incuria. I politici, locali e nazionali, sembrano impotenti (anche) davanti a questa emergenza. A Rosora, in provincia di Ancona, un’impresa con 350 dipendenti e 65 milioni di euro di fatturato, ha deciso di colmare il vuoto lasciato dalla politica. Con grande successo. Il gruppo Loccioni, leader nello sviluppo di sistemi automatici di misura e controllo, ha “adottato” due chilometri dell’Esino, il fiume che scorre a fianco dei suoi stabilimenti.
Si tratta di un esempio di Corporate Social Responsability e di Social Innovation, la capacità dell’impresa di gestire le problematiche d’impatto sociale ed etico. Gli economisti ne teorizzano i vantaggi: un’impresa che adotti un comportamento socialmente responsabile, rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di tutti gli stakeholders, può ottenere anche un vantaggio competitivo e massimizzare i profitti nel lungo periodo.
Sono tante le imprese italiane che, riconoscendo nel territorio un vantaggio competitivo, perseguono un impatto positivo sulle comunità circostanti. È sempre più diffusa la consapevolezza che interventi mirati, efficienti, “dal basso”, possano correggere molte inefficienze e risolvere parecchi problemi. Un monito alla politica, senza scivolare nell’antipolitica
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Marco Magnani – Il Sole 24 Ore 04.01.2015